Progetti agrivoltaici di qualità, per vincere la sfida della crisi climatica. Alle Regioni il compito di dettare linee guida adeguate a favorire la transizione ecologica.

Presentate a Roma le best practice italiane di progetti fotovoltaici ed agrivoltaici al convegno “Agricoltura e fotovoltaico per una giusta transizione ecologica”. Evento promosso da Fondazione UniVerde e Coldiretti, con la main partnership di Renexia ed event partner NextEnergy Group, trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale.

(ROMA, 9 luglio 2024) Sistemi e progetti fotovoltaici innovativi, integrati nella coltivazione di colture, per avere non solo la produzione diretta di energia da fonte rinnovabile ma anche per individuare sinergie tra biota e impianti, evitando spreco di suolo fertile, consentendo il normale svolgimento delle attività agricole, concorrendo alla creazione di migliori condizioni per le coltivazioni e gli agricoltori. L’agricoltura, settore primario e ambassador della qualità agroalimentare dell’Italia nel mondo, sempre più multifunzionale e in prima linea per favorire la transizione energetica e quella ecologica e la continuità di una produzione agroalimentare sempre più sicura.

Questo il focus del convegno “Agricoltura e fotovoltaico per una giusta transizione ecologica”, promosso da Fondazione UniVerde e Coldiretti con la main partnership di Renexia, che si è svolto oggi a Roma,presso la Sala delle Statue di Palazzo Rospigliosi e trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale, con event partner NextEnergy Group.

Media partners: Askanews, Italpress, TeleAmbiente, Opera2030, Canale Energia, SOS Terra Onlus.

L’evento è stato aperto dai saluti introduttivi di:

Vincenzo Gesmundo (Segretario Generale di Coldiretti): “Crediamo nella convivenza tra agricoltura e produzione di energia davvero sostenibile, per questo siamo pronti al confronto e crediamo nello sviluppo dell’agrivoltaico sospeso da terra”.

Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde): “L’agrivoltaico va realizzato in accordo con il mondo agricolo e deve tenere il passo con la tecnologia, se l’Italia vorrà coglierne i benefici, anche per favorire lo sviluppo delle comunità energetiche rurali. Le best practice presentate oggi riconoscono la grande opportunità rappresentata dall’agrivoltaico per migliorare la competitività dell’agricoltura locale, tale da incrementare la resilienza della produzione agricola e, al contempo, la capacità di produrre energia rinnovabile. È importante realizzare le rinnovabili in modo sostenibile. Il rispetto dei suoli agricoli fertili è stata una priorità che mi sono posto, da Ministro dell’Ambiente, fin dal Secondo Conto Energia del 2007 e spetta anche alle Regioni di dettare linee adeguate”.

A seguire, sono state presentate le best practice italiane di sistemi e progetti fotovoltaici ed agrivoltaici, a cura di:

  • Riccardo Toto (Direttore Generale di Renexia): “Siamo felici del nostro coinvolgimento in questa iniziativa perché è in linea con il modello Renexia che, nello sviluppo dei propri progetti, punta in ogni fase, alla condivisione con i soggetti interessati. Seguendo la nostra vocazione, crediamo che l’agrivoltaico sia una soluzione capace di sostenere l’agricoltura, anche quella relativa a coltivazioni più pregiate e a rischio, e di valorizzare al contempo quei terreni altrimenti difficilmente coltivabili. Il nostro modello imprenditoriale, in linea con la nostra presenza sui territori, contempla l’individuazione concorde di sinergie capaci di fornire supporto allo sviluppo dell’imprenditorialità agricola, soprattutto quella giovanile. In questo senso noi chiediamo a Coldiretti di indicare imprenditori agricoli, specialmente giovani, da coinvolgere per recuperare terreni pubblici, oggi abbandonati, spesso fonte di inquinamento, occupazioni abusive e poco trasparenti”.
  • Gianluca Boccanera (Global Managing Director Starlight, a NextEnergy Group Company): “Il Gruppo NextEnergy è attivo in Italia dal 2007 ed è oggi uno dei principali operatori a livello globale nel settore delle energie rinnovabili, con più di 3 GW di impianti operativi e oltre 10 GW di nuova capacità in sviluppo. Da sempre abbiamo posto molta attenzione al concepimento e alla realizzazione di progetti che potessero coniugare la produzione di energia elettrica pulita, pratiche agricole avanzate e biologiche e iniziative di incremento di biodiversità, oltre che il coinvolgimento attivo e fattivo delle comunità locali nelle varie fasi di ciascun intervento. Il progetto ‘Terra del Sole’ è una dimostrazione emblematica del nostro approccio peculiare e di come un’iniziativa, che si inserisce in un territorio con diverse criticità, possa rappresentare un’opportunità di riscatto e crescita economica, sociale e ambientale, con il pieno ed aperto supporto dei principali attori a livello nazionale in ambito agricolo e ambientale come Coldiretti e Legambiente”.
  • Roberto Mazzei (Coordinatore PSR Innovazione Campania, partner tecnico del progetto “Terra del sole”): “Dalla ‘terra dei fuochi’ alla ‘Terra del sole’. Il progetto nato a Giugliano, e supportato agronomicamente da PSR Innovazione Campania, rappresenta un’eccezione positiva per Coldiretti nell’ambito dell’agrivoltaico che risana un’area fortemente degradata. Il progetto, sviluppato su 140 ha, pone realmente al centro il ruolo degli agricoltori e la biodiversità, creando condizioni ottimali per la coltivazione e favorendo una diversità dell’area con produzioni e modelli produttivi che riflettono in pieno l’identità territoriale e i principi di sostenibilità. Questa riqualificazione territoriale, urbana e sociale, rappresenta un passo avanti per l’immagine del Sud e della Campania che si avvarrà anche di tecnologie di agricoltura di precisione e di sistemi di misurazione della qualità e sicurezza delle produzioni”.

Sul ruolo strategico dell’agricoltura nella transizione energetica e sulla necessità di supportare il mondo agricolo che sceglie le tecnologie più sostenibili ed innovative, è intervenuto Ettore Prandini (Presidente di Coldiretti): “I fatti dimostrano che oggi è possibile produrre energia rinnovabile per sostenere la transizione green senza consumare un metro quadro di suolo agricolo fertile, mettendo al centro le imprese agricole attraverso le comunità energetiche, gli impianti solari sui tetti e l’agrivoltaico sostenibile e sospeso da terra. Soluzioni che consentono di integrare il reddito degli agricoltori con la produzione di energia rinnovabile, con una ricaduta positiva sulle colture e sul territorio. Importante, in tale ottica, lo stop al fotovoltaico selvaggio venuto dal Dl Agricoltura e fortemente sostenuto da Coldiretti, che blocca lo scempio di distese di ettari di moduli fotovoltaici a terra o di tecnologie industriali camuffate da parchi agrivoltaici che sottraggono il suolo alla sua vocazione originale”.

Hanno fatto seguito gli interventi di:

Francesco Lollobrigida (Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) ha dichiarato: “Nell’ultimo DL Agricoltura abbiamo sancito il principio che se un terreno è agricolo deve produrre, altrimenti se fa altro deve essere definito e tassato in un altro modo. Siamo l’unico ministero che ha anticipato di 6 mesi i target del PNRR posti dalla Commissione europea per la realizzazione di impianti legati all’agrivoltaico sui tetti, non togliendo nemmeno un metro alla produzione agricola, e triplicando quella energetica”.

Luca De Carlo (Presidente della Commissione permanente industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, Senato della Repubblica): “L’iniziativa di oggi è fondamentale per l’importanza che il tema energia riveste nel mondo agricolo. Ci sono possibilità di sviluppo senza consumare suolo ed è questo il segnale che abbiamo lanciato in modo molto chiaro con il DL Agricoltura. L’agrivoltaico è una soluzione straordinaria che permette di coltivare e allevare il bestiame senza limitare la terra a disposizione dell’agricoltura”.

Giancarlo Righini (Assessore con delega a bilancio, programmazione economica, agricoltura e sovranità alimentare, caccia e pesca, parchi e foreste, Regione Lazio) ha portato i saluti del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, sottolineando: “Questo è un momento di svolta e la realizzazione dell’agrivoltaico garantisce la possibilità di coniugare le due esigenze, produzione agroalimentare e produzione energetica sostenibili. Il governo Rocca è coerente con le nuove linee guida del DL Agricoltura, che ci consente di guardare con rinnovato interesse alla produzione di energia da fonti rinnovabili senza abbandonare la possibilità di restituire terreni oggi incolti alla produzione agricola”.

Fulvio Bonavitacola (Vicepresidente e Assessore all’ambiente, Regione Campania), intervenuto in videoconferenza, ha sottolineato: “Ritengo molto importante l’evento odierno su agricoltura e fotovoltaico. Per decenni si è diffuso un luogo comune che ha equiparato agricoltura e arretratezza, come contraltare del binomio industria – progresso. Oggi ragioniamo su una nuova modernità, in cui l’agricoltura incrocia le nuove e più avanzate tecnologie. Questo è ancor più importante perché tale nuovo connubio ci parla di energie alternative da fonti rinnovabili, esaltando un rapporto nuovo fra utilizzo delle risorse agricole e tutela ambientale. Adesso dobbiamo andare avanti con strategie chiare e risorse certe. Non solo agrivoltaico, ma anche comunità energetiche nelle realtà rurali delle nostre zone interne. Anche sul tema irriguo dobbiamo coniugare una nuova rete di piccoli invasi per fronteggiare il cambiamento climatico e utilizzo dell’idroelettrico come altra fonte rinnovabile. Agricoltura, energia e ambiente possono davvero viaggiare insieme verso nuovi traguardi di sviluppo dei nostri territori”.

Dominga Cotarella (Presidente di Terranostra): “Come Terranostra e Campagna Amica vogliamo sottolineare il ruolo centrale della multifunzionalità in campo agricolo. Infatti oltre a tutelare paesaggio, custodire il territorio, garantire qualità e salubrità alimentare, nonché  cura delle risorse idriche, la multifunzionalità agricola ha come missione anche quella della produzione di energie rinnovabili. A dimostrazione della vocazione naturale del comparto agricolo alla multifunzionalità, tendo a sottolineare il valore economico delle attività connesse, pari al 20% del pil agricolo. In particolare, il valore della produzione delle energie rinnovabili equivale a circa 2,5 miliardi. Con grande soddisfazione possiamo affermare che gli imprenditori agricoli che gestiscono le aziende multifunzionali sono sempre di più ambasciatori di un cambiamento epocale. Una ‘semina’ culturale che parte spesso dai più giovani e che si sviluppa in un processo di mentoring virtuoso nei confronti di chi da più tempo vive il nostro settore. Un esempio fantastico di un’agricoltura che fa ‘agricultura’.

Al convegno, moderato da Gianni Todini (Direttore di Askanews), è inoltre intervenuto Alessandro Noce (Direttore Generale Mercati e infrastrutture energetiche, Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica).

Le transizioni energetica ed eco-digitale, anche in agricoltura, sono una priorità assoluta per affrontare la crisi climatica e superare i combustibili fossili. I sistemi fotovoltaici ed agrivoltaici innovativi possono dare un importante contributo per una produzione agroalimentare più resiliente ai fenomeni climatici estremi e per una vera democrazia energetica dei territori, a vantaggio delle comunità rurali. Obiettivi che devono essere perseguiti con una visione sistemica, sfruttando appieno le potenzialità delle rinnovabili e sostenendo la diffusione partecipata sia dell’agrivoltaico, per le imprese del settore primario, a beneficio di una produzione agricola che continui a riconoscere nelle azioni di tutela degli ecosistemi naturali, delle biodiversità culturali e agroalimentari i suoi punti di forza, favorendo una sana transizione energetica ed ecologica nel rispetto delle tradizioni e del paesaggio; che, ad esempio, dell’eolico offshore, sempre più sostenibile e attento alla biodiversità marina, al rispetto delle rotte migratorie e fortemente sostenuto dalle politiche comunitarie, anche in considerazione delle opportunità che offre di creare zone protette in prossimità degli impianti a mare, lontano dalle coste, per il ripopolamento e il recupero degli habitat.

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